Cosa sono quad e ATV
La parola quad deriva da quadriciclo. Secondo il Codice della Strada i quadricicli rientrano nella categoria dei motoveicoli: Art 53 – 1 “I motoveicoli sono veicoli a motore, a due, tre o quattro ruote”. La sigla ATV significa All Terrain Vehicle.
Il mondo dei motori e il quad
Il mondo dei motori, da quando è nato nei primi anni del Novecento, è sempre stato uno dei settori più attivi e rivoluzionari che il mercato abbia mai conosciuto. Perennemente in crescita, si modifica costantemente e sviluppa sempre nuovi prodotti, in base alla crescente necessità dei suoi acquirenti che desiderano la macchina in base ai propri desideri e alle proprie necessità.
Un prodotto finale, quello sviluppato dai progettisti delle case costruttrici, che dalla sua nascita fino ad oggi ha conosciuto epoche diverse e funzioni diverse, ma sempre legato alla stessa esigenza: maggiore mobilità, semplicità nei trasporti e perché no, puro divertimento. Ed è da questi principi che i prodotti si sono sempre di più diversificati pur mantenendo queste priorità.
Sempre più tecnologia e innovazione, creazione e sviluppo, comfort e velocità accompagnano questo mondo che affascina e conquista a priori, senza motivo ma solo per pura passione. Un mondo in continuo fermento che crea e riformula nuovi progetti, partendo e sviluppando nuovi veicoli e prodotti sempre più affidabili e vicino alle esigenze del consumatore e ai suoi desideri. Nel tempo non solo automobili e moto, non solo scooter e fuoristrada, ma nuovi e innovativi prodotti, hanno iniziato a presentarsi al mercato e al pubblico.
Gli ultimi decenni hanno visto la nascita di un prodotto unico per forma e sostanza, un veicolo motoristico che sta perfettamente al centro di questi due mondi, quello delle due e quello delle quattro ruote, quello delle moto e quello delle macchine appunto, perfettamente combacianti ma decisamente diversi, molto affascinanti ma delineati nel proprio settore, con un percorso innovativo e unico che tende a caratterizzarli più che ad avvicinarli, sempre più diversificati da usi, funzioni e target di riferimento diversi. In questo contesto, fatto appunto di innumerevoli prodotti, il quad, o ATV, è sicuramente quello che, per caratteristiche proprie, sta suscitando in questo momento maggior interesse di pubblico e di mercato.
La storia del quad e degli ATV
La storia del quad è legata alla nascita degli ATV (All Terrain Vehicle) o come li chiamava Honda ATC (All Terrain Cycle), comunemente definito, veicolo fuoristrada. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ci fu una grande carenza di benzina, così Soichiro Honda (nella foto insieme a Dave Mungenast in occasione dell’entrata nella Hall of Fame) , il fondatore di Honda, ebbe l’idea innovativa di munire la sua bicicletta di un piccolo motore.
L’idea fu colta da 18.000 proprietari di negozi di biciclette in tutto il Giappone, l’iniziativa fu uno spunto anche per riunire una popolazione lacerata dalla guerra. Successivamente, nel 1967, Osamu Tekeuchi, un ingegnere di Honda America, sviluppò un prodotto che poté sopperire al calo di vendite delle motociclette nel periodo invernale. Prendendo spunto da un’idea italiana piuttosto geniale, parliamo del famosissimo Ercole, trasformato successivamente in APE, Takuchi realizzò un veicolo a tre ruote capace di superare agevolmente le asperità del terreno, compreso fango e neve, mantenendo una discreta manovrabilità.
Se la necessità è stata la madre del primo ATV, l’assistente tecnico della Honda Osamu Takeuchi può essere a tutti gli effetti considerato come il padre (If necessity was the mother of the first ATV, Honda engineer Osamu Takeuchi was its father” – da www.atving.com).
Ora la sfida più grande sembrava essere la ricerca di una gomma che riuscisse a soddisfare la necessità di presa su terreni particolari e che riuscisse a camminare su sfondo molle e variabile quale poteva essere neve, sabbia e fango. Takeuchi infatti è ora alle prese con il gravoso problema delle ruote che, a tale scopo, devono avere una grande aderenza al terreno. L’idea viene quando riceve inaspettatamente una nuova invenzione americana denominata “Amphi-Cat¨, una specie di gomma che funzionava ad una pressione molto bassa ed era completamente ed esageratamente gonfia, una “high-flotation balloon tire“, cioè una specie di gomma ad aerostato galleggiante. Da qui, per effetto contrario, l’idea di utilizzare gomme parzialmente sgonfie o comunque poco gonfie che potessero galleggiare si, ma sull’acqua, sul fango cioè camminare su terreni scivolosi, sconnessi, non percorribili con i normali mezzi disponibili. Così deciso passa alla fase successiva, quella di predisporre il suo prototipo per il funzionamento con ruote a bassa pressione, andando per prima cosa a lavorare ad una nuova gomma. La gomma che ne scaturisce è da da 22 pollici (55,9 cm) gonfiata a 2.2 PSI. Con il dilemma della gomma risolto, subentra il problema del motore che essendo da 70 cc, difettava perchè non abbastanza potente per spingere il mezzo che, con ruote a bassa pressione, doveva avere più grinta e quindi maggiore potenza per garantire il 100% delle prestazioni in condizioni di terreno instabile, come quello con neve o fango, e in fondi non omogeni.
I tre ruote o Trike
Nel 1970, Honda presentò sul mercato americano US90 (foto a destra), un veicolo tre ruote (Trike) equipaggiato con un motore da 7 cavalli venduto a 595 dollari. Fu un successo clamoroso! Commercializzato come veicolo ricreativo, fece persino la sua comparsa nel famoso “Una cascata di diamanti” film della saga James Bond Agente 007. Negli anni ’80 la domanda di ATV arrivò ai massimi storici e il suo successo non fu solo legato al puro divertimento, ma a un utilizzo più ampio e utilitaristico come a esempio negli enormi ranch americani o nelle fabbriche. Ma non fu tutto oro quello che luccica, la grande popolarità che questi veicoli ottennero causò un considerevole aumento di incidenti, tanto che la Commissione per la sicurezza per i prodotti di consumo (CPSC) apri un’indagine che portò il Governo Americano a vietare nel 1988 la commercializzazione dei veicoli a tre ruote.
L’inchiesta della CPSC ha spinto i costruttori a creare qualcosa che aumentasse la sicurezza e fu così che nacque il primo ATV a 4 ruote. La prima azienda fu Suzuki che nel 1982 introdusse il suo QuadRunner LT125. Il primo quad della storia aveva 5 marce, la retromarcia e il contachilometri. Honda non stette a guardare e nel ’84 lanciò Honda FourTrax TRX250R e due anni dopo il primo ATV a 4 ruote motrici, il FourTrax 350 4×4.
Differenza tra quad e ATV
ATV è l’acronimo di All Terrain Vehicle, è un termine storico usato in senso generale per descrivere un veicolo in grado di poter percorrere tutti i terreni. Tuttavia, l’American National Standards Institute (ANSI) definisce oggi un ATV come un veicolo che viaggia su pneumatici a bassa pressione, con un sedile, manovrabile tramite uno sterzo a manubrio. Anche se tipicamente equipaggiati con 3 o 4 ruote esistono ATV a 6 ruote, anzi sono proprio quest’ultimi ad aver iniziato tutto.
Il primo ATV è stato progettato e sviluppato nel 1961 a Toronto, Canada, dalla JGR Gunsport e si chiamava Jiger. Era un veicolo anfibio a 6 ruote spinto da un doppio motore da 5,5 cavalli e che poteva superare piccoli specchi d’acqua. Fu commercializzato come “Go Anywhere Vehicle” (veicolo per andare ovunque) e iniziò ad essere prodotto in massa nel 1965. Le 6 ruote disponevano di pneumatici a palloncino a bassa pressione in grado di ammortizzare, come potevano, le asperità del terreno.
La gestione del doppio motore era particolarmente complicata e successivamente la propulsione fu affidata a un singolo motore a 4 tempi.
Il veicolo iniziò ad essere molto popolare ma, nonostante la grande richiesta in Nord America, la JGR dovette sospenderne la produzione per problemi finanziari. In tutto ne furono costruiti 3337.
Terminologia ATV
La definizione di ATV negli anni è cambiata, passando dagli antenati veicoli anfibi all’odierna definizione dove rientrano veicoli a 3 e 4 ruote destinati a più passeggeri con manubrio motociclistico. Attualmente i veicoli come il sopra-citato Jiger sono ora definiti AATV (Amphibious All-Terrain Vehicle – veicolo anfibio fuoristrada). Questi tipo di veicoli sono praticamente scomparsi negli anni ’90, lasciando spazio ai veicoli a 3 e 4 ruote, che hanno preso il sopravvento sulla terminologia di ATV.
Per tutto il mondo il frasario non è lo stesso: gli ATV a 4 ruote sono chiamati “quad” o “four-wheelers” in Nord America, mentre “quad bikes” (moto quad) in altri paesi di lingua anglosassone, in Australia vengono chiamati “forbys”, mentre in Europa vengono comunemente definiti “Quad”. I modelli a tre ruote, nati negli anni 70-80, sono conosciuti con il nome di “three-wheelers” o “trikes”.
Tipologie di quad e ATV
Abbiamo visto che la nascita del quad è legata a una esigenza di mercato, ma da lì a poco queste esigenze sono diventate sempre più diversificate e specialistiche, tanto che le tipologie di quad oggi si possono dividere in tre categorie principali:
Quad Sportivo
La storia ci dice che il quad è nato da una esigenza di sportività, Honda fu la prima a partecipare con il suo US90 a una gara, la Parker 400 del 1981 nel deserto dell’Arizona. Da li tutte le case si affacciarono a questo mercato partendo proprio da un veicolo sportivo.
Un quad sportivo è fondamentalmente destinato a diversi tipi di gara, per la grande maggioranza si svolgono in crossodromi o su aree specifiche. Sono veicoli con motori prettamente 2 tempi, un cambio manuale e una cilindrata che non supera i 500cc ma con alcune eccezioni con motori 4T come il Yamaha Raptor 660 e 700, il Polaris Outlaw 525 o il KTM 525. Negli anni, questo settore ha subito un brusco stop dal mercato e tutte le case costruttrici hanno smesso di inserire in line-up questo tipo di veicolo.
Attualmente definiamo sportivo un quad che solitamente ha il forcellone posteriore con un mono-ammortizzatore, un design delle carene e dei parafanghi molto “minimal” e dispone di un cambio stile motociclistico. Nel nostro paese l’inserimento della legge sull’assale posteriore nel 2016, che prevede un differenziale, ha fatto calare ulteriormente la popolarità di questa tipologia ora destinata ad un pubblico esclusivamente specialistico.
All’interno di questa categoria rientrano anche i “crossover” veicoli si sportivi ma con a disposizione 4 ruote motrici e sospensioni indipendenti al posteriore, alcuni esempi famosi sono: Polaris Scrambler e Can-Am Renegade, veicoli che mantengono un’indole sportiva ma con caratteristiche e dotazioni che sono la prerogativa del segmento utility.
Quad Utility
Anche se gli ATV erano originariamente destinati agli sportivi, durante la crisi del gas negli anni ’70 in America, i clienti iniziarono ad acquistarli come veicoli per l’agricoltura e l’allevamento. Questo perché consumavano solo l’8% del carburante necessario ad alimentare un trattore e perché il costo di acquisto era notevolmente più basso rispetto a una macchina agricola.
Questi veicoli, da un certo punto di vista, appagano in maniera completa l’appassionato di guida e di tecnica, perché nella loro realizzazione, che gode di maggior libertà progettuale e di inventiva rispetto ai quad sportivi, vengono considerate diverse aspettative. Uno dei primi Quad Utility della storia è senz’altro il Polaris Sportsman. Se da un lato questo quad presenta motorizzazioni, prestazioni e prezzo di acquisto diversi, dall’altro mostra come comune denominatore di tutte le versioni in commercio un’ottima guidabilità, da parte del neofita come del pilota esperto. Il comportamento, essendo frutto di un compromesso tra lavoro e svago, non è ottimale su nessun terreno ma, proprio per lo stesso motivo, si difende dappertutto. Appena saliti a bordo, mette a proprio agio, per lo sterzo generalmente ben calibrato e non troppo invadente, per i freni potenti e ben modulabili, per la gamma dei motori che consentono sufficiente mobilità ovunque, con prestazioni apprezzabili. Su asfalto, la guida è facile ed intuitiva A questo successo di mercato, le case costruttrici si misero in movimento, differenziando i propri quad, adottando meccanica specifica, dimensioni e sospensioni diverse, realizzazione e messa a punto più orientata per altri tipi di impiego.
Nel 2003, compare un nuovo ATV della Arctic-Cat, dotato di propulsore di 500 cc e telaio specifico per il trasporto di due persone. In questo caso le prestazioni, passano in secondo piano, a tutto vantaggio di comfort di marcia e buona versatilità d’utilizzo.
A seguire la Polaris propone l’APT derivato dal progetto Sportsman, che in luogo del sedile posteriore adotta un pratico cassone ribaltabile capace di trasportare oggetti voluminosi e pesanti, e un nuovo schema di trasmissione “gentile”, ideale per i terreni erbosi di giardini e parchi.
Yamaha nel 2003 lanciò il Grizzly 600 4×4 che adottava un moderno propulsore monocilindrico a 5 valvole, sospensioni curate e un ottimo sistema di trasmissione, con blocchi del differenziale anteriore.
È maggio del 2005 quando Arctic-Cat pose con il 650 4×4 le basi per un riammodernamento della gamma con un carattere particolarmente adatto ad impieghi lavorativi o per trasferimenti a medio raggio, che privilegia la sicurezza di marcia alle prestazioni, e caratteristiche quali robustezza, qualità, cura nell’assemblaggio a discapito delle prestazioni troppo elevate. Fu poi la volta del Suzuki KingQuad 700 (giugno 2005) molto interessante dal punto di vista meccanico e della funzionalità. Il motore, con iniezione elettronica, era asservito egregiamente da un sistema di trazione completo, corredato dal sistema di blocco del differenziale anteriore e da sospensioni ben strutturate. La filosofia della sicurezza e della facilità di guida ha prevalso in questo mezzo che mostra un carattere sicuro e sottosterzante.
Il resto è storia di oggi, con la trasformazione di Bombardier in Can-Am e la continua evoluzione dell’eccellente Outlander, che di fatto ha aperto una nuova era nel settore degli atv utility ridefinendo inattesi livelli di guidabilità e precisione, soprattutto nel settore del fuoristrada estremo. Oggi, più di ieri, le case hanno riversato enormi sforzi nella definizione di assetti dotati di messa a punto ineccepibile, trovando eccellenti compromessi per la guida su asfalto anche con sospensioni decisamente morbide.
Quad Agricolo
Poco dopo la loro nascita gli ATV sono stati utilizzati come strumenti agricoli e veicoli per il trasporto cose e persone in diversi ambiti lavorativi. Sembrerebbe quindi inutile spiegare cosa sia un quad agricolo quando l’indole principale dei quad è proprio il suo utilizzo sul lavoro, ma necessita di una precisazione dovuta soprattutto al Codice della Strada e alle omologazioni. I quad agricoli non sono altro che “quad utility” ma con l’omologazione agricola, la loro sigla nel nostro Codice è T3b.
Sono i così detti “targa gialla” ma attualmente differiscono da quelli con omologazione stradale soprattutto per non avere la l’obbligo del differenziale posteriore. Va detto che non si tratta di una novità: anche in passato era possibile immatricolare il quad come veicolo agricolo, ma per farlo il costruttore doveva modificare in maniera molto invasiva il veicolo: sella a poltrona ammortizzata, specchi grandi, lampeggiante, limite di velocità impostato a 40 km/h e molto altro ancora.
Le cose sono un po’ cambiate con l’introduzione del Regolamento 167/2013/Ue, noto come “Mother Regulation” che ha fissato nuovi standard per la produzione in serie di macchine agricole. La materia è piuttosto complessa e non entreremo nel vivo di queste norme ma ci limiteremo ad analizzare alcuni aspetti che riguardano il nostro mondo.
La Mother Regulation si rivolge ai Trattori agricoli e forestali a ruote (T) suddivisi in due categorie principali: TA, se hanno velocità massima per costruzione inferiore a 40 km/h, TB se sono costruiti per raggiungere una velocità maggiore (anche i quad appunto).
Questa distinzione di velocità va in contrasto con quanto asserisce il Codice della Strada, che vieta di costruire ATV agricoli in grado di superare i 40 Km/h, ma tra le due norme la Mother Regulation, che si occupa solo di omologazione e non di comportamento su strada, ha un “peso” giuridico superiore rispetto al Codice della Strada. Questo consente di produrre in serie macchine agricole che possono sviluppare velocità superiori ai 40 chilometri orari. Un po’ quello che succede nel mondo automobilistico: non esiste una norma che vieta la costruzione di auto che superino i limiti, ma sta poi ai conducenti non infrangere il Codice della Strada.
Questo ha consentito anche a privati di poter acquistare e immatricolare quad targa gialla anche se non propriamente utilizzati per solo uso lavorativo. L’unica clausola che serve per acquistarli era possedere o aprire la Partita IVA agricola. La questione era meno grave di quanto si possa pensare, aprire un PI agricola è semplice e il costo è relativamente basso e non inciderà in nulla dal punto di vista fiscale. I vantaggi di possedere un quad agricolo sono tanti: nessuna limitazione di potenza, trainare rimorchi su strada è sempre consentito, nessuna tassa di possesso, nessun obbligo di revisione e il costo dell’assicurazione è molto basso. Ad oggi la questione è cambiata ancora: nella Gazzetta Ufficiale N° 267, anno 162 di Martedi 9 Novembre 2021 viene ufficializzata un’importante modifica agli articoli 105 e 110 del Codice della Strada che per noi rappresenta un interessante cambiamento. Infatti a partire dal giorno successivo alla pubblicazione in gazzetta è finalmente possibile l’immatricolazione di un trattore agricolo anche a chi non è titolare di partita iva agricola purchè il mezzo rientri nel limite delle 6 tonnellate (tutti i modelli quad e side by side sul mercato rientrano) allineandosi a quelle che sono le norme di quasi tutti gli altri paesi Europei.
Che patente serve per il quad?
I quad si guidano con la comune patente B o B1. Il cambiamento più importante che riguarda la normativa sui quad è avvenuto nel 2013, fino a quella data i quad si potevano guidare con la patente A e A1, oggi bisogna essere in possesso della patente per l’auto. Per i sedicenni è stata introdotta la patente B1 che permette di guidare quad con massa a vuoto fino a 400 kg e con potenza massima di 15 kw. I possessori di patente B non hanno limiti di massa e potenza.
Le patenti (Codice della Strada):
- Patente AM (14 anni) Sostituisce il Certificato alla Guida dei Ciclomotori C.I.G.C.
Prendendo la pantente AM si è abilitati a condurre: quadricicli leggeri la cui massa a vuoto e’ inferiore o pari a 350 kg (categoria L6e), esclusa la massa delle batterie per i veicoli elettrici, la cui velocita’ massima per costruzione e’ inferiore o uguale a 45 km/h e la cui cilindrata del motore e’ inferiore o pari a 50 cm³ per i motori ad accensione comandata; o la cui potenza massima netta e’ inferiore o uguale a 4 kW per gli altri motori, a combustione interna; o la cui potenza nominale continua massima e’ inferiore o uguale a 4 kW per i motori elettrici; (113) (121) (125)
- Patente B1 (16 anni) Patente specifica per guidare i quad di una certa potenza.
Abilita alla guida di: quadricicli diversi da quelli di cui alla lettera a), numero 3), la cui massa a vuoto e’ inferiore o pari a 400 kg (categoria L7e) (550 kg per i veicoli destinati al trasporto di merci), esclusa la massa delle batterie per i veicoli elettrici, e la cui potenza massima netta del motore e’ inferiore o uguale a 15 kW. Tali veicoli sono considerati come tricicli e sono conformi alle prescrizioni tecniche applicabili ai tricicli della categoria L5e salvo altrimenti disposto da specifiche disposizioni comunitarie; (113) (121) (125)
- Patente B (18 anni)
Abilita alla guida di: tutti i tipi di quadricicli; autoveicoli la cui massa massima autorizzata non supera 3500 kg e progettati e costruiti per il trasporto di non più di otto persone oltre al conducente. Agli autoveicoli di questa categoria può essere agganciato un rimorchio la cui massa massima autorizzata superi 750 kg, purchè la massa massima autorizzata di tale combinazione non superi 4250 kg. Qualora tale combinazione superi 3500 chilogrammi, è richiesto il superamento di una prova di capacità e comportamento su veicolo specifico. In caso di esito positivo, è rilasciata una patente di guida che, con un apposito codice comunitario, indica che il titolare può condurre tali complessi di veicoli. Macchine agricole.
Per tutte le informazioni sulla Normativa vi rimando a questo articolo
Miniquad e quad per bambini
Il segmento degli ATV per bambini è un fenomeno in crescita. Sia per la passione sempre crescente per questo mezzo (intendo la passione dei più piccoli come quella dei genitori), sia per il fatto che non si riesce a dir loro di no; il mercato dei mezzi dedicati ai piloti in erba non si lascia fermare. Sicuramente con un giro minore rispetto a quello degli adulti, sta iniziando comunque a delinearsi una fascia di utenza più piccola, che comunque richiede, come è giusto che sia, molta attenzione anche da parte nostra. Non sempre seguire l’istinto dei bambini vuol dire viziarli, potrebbe essere veramente che in casa si nasconda un piccolo pilota senza che voi ne siate a conoscenza. Per cui, prese tutte le informazioni a riguardo, perché non prendergli un quad tutto per lui, potrebbe essere un ottimo motivo per passare più tempo assieme a fare piccoli tracciati dietro casa, a sistemarlo e a pulirlo.
Ma che cos’è un miniquad?
Noi vorremmo fare una distinzione già in partenza tra quad per bambini e miniquad. I primi infatti sono adeguati a piloti apprendisti dai 3/4 agli 6/7 anni, sono pressoché giocattoli con propulsori elettrici e velocità molto contenuta (3/5 km/h). Mentre i miniquad hanno motori sia a benzina, che possono arrivare fino a 300cc, sia elettrici ma con potenze maggiori rispetto ai quad per bambini, l’età giusta per utilizzarli parte da 8 anni fino a 16 anni per quelli con cilindrata e potenza superiore. Bisogna specificare fin da subito che entrambi non sono omologati per uso stradale, ma si possono utilizzare esclusivamente in zone private.
Quanto costa un quad o un ATV?
Rispondere a questa domanda non è semplicissimo, i quad si possono trovare veramente per tutte le tasche. Ovviamente per rispondere al meglio bisogno prima conoscere quale tipo di quad è più adatto e faccia al caso nostro.
In ogni caso, i quad sono tutti prodotti all’estero, spesso in paesi molto lontani da noi, che applicano dazi doganali per l’esportazione e hanno costi d’importazione che influiscono sui prezzi in concessionaria. Questi costi fissi poi possono variare anche in base al periodo, in questo momento di pandemia, per esempio, i prezzi di molte materie prime hanno avuto una crescita esponenziale costringendo molti produttori ad alzare il prezzo finale.
Ma, in generale, se parliamo di miniquad, sia elettrici che a motore, il prezzo può variare da un minimo di poche centinaia di euro fino a raggiungere i 3.000, questo in base alla qualità dei materiali costruttivi, alla cilindrata, al tipo di motore e all’autonomia della batteria se il miniquad è elettrico, per saperne di più vi rimando alla sezione miniquad.
Costo dei quad nuovi
Concentriamoci, invece, sui quad omologati, stradali (L7e) o agricoli (T3b) che siano, quelli cioè che trovate tutti i mesi nella parte finale di Moto4 cartaceo e digitale. Ogni azienda ha un “entry level” cioè un quad per neofiti, facile da guidare, ottimo per imparare e con un costo appetibile ai nuovi utilizzatori di questo veicolo. In questo momento (aprile 2021) il quad con il prezzo più basso e con omologazione stradale è il CFMoto CForce 450 S, acquistabile con 6.400 euro, mentre il più costoso è il Polaris Sportsman 1000 S XP con un prezzo di poco superiore ai 16.400 euro. Tra questa forbice di prezzo trovate tutte una serie di quad che hanno caratteristiche e prezzi diversi, per scegliere adeguatamente è importante, come ripetiamo spesso, conoscere il reale utilizzo che si fa di questo veicolo.
Costo dei quad usati
Se avete deciso di puntare su un quad usato, sulla nostra rivista, in tutti i numeri, esiste da più di 10 anni una sezione dedicata alla valutazione dei quad usati. Nelle tabelle sono indicati marca, nome del veicolo e valutazione anno per anno a scalare fino a un massimo di 10 anni. La nostra valutazione dei quad usati è un dato puramente indicativo che non tiene conto di tanti fattori come lo stato delle gomme, gli accessori montati ecc., per informazioni più esaurienti vi rimando alla sezione “Guida alla valutazione dell’usato” pubblicata su ogni numero alla pagina 92.
Acquistare il primo quad
Che sia un quad nuovo o usato, la parola d’ordine è informarsi. Chi meglio di Moto4 per farlo? All’interno del nostro sito potrai trovare i test di tantissimi quad con spiegazioni tecniche e impressioni di guida. Il secondo concetto importante è l’utilizzo che si vuole fare del quad. Come oramai noto i quad sono veicoli polivalenti e validi per svariati utilizzi, inutile comprare un quad con una super tecnologia o bellissimo esteriormente se poi non è consono per l’uso a cui vogliamo destinarlo, conoscere quindi le diverse tipologie d’uso è fondamentale.
Per ultimo ma non in ordine di importanza è conoscere a fondo le proprie capacità nel condurre il quad, acquistarne uno con un target estremo può risultare un errore.
Nel caso si sia neofiti, è opportuno scegliere un mezzo che per cilindrata e potenza sia adatto alle proprie attitudini o capacità. Per fortuna tutte le case hanno in line-up una serie di veicoli opportunamente diversificati e questo consente di fare la giusta esperienza e perché no, divertirsi al meglio delle nostre possibilità.
Come si guida un quad?
Lontano dall’essere definito una moto o un fuoristrada, il quad è una categoria di veicoli a sé stante. Munito della medesima tecnologia che si adotta in un fuoristrada, differenziali, sospensioni, trasmissione, ecc., ha una impostazione di guida più simile a quella di una moto.
Per utilizzare al meglio il nostro quad bisogna fondamentalmente abbandonare lo stereotipo che ne fa un ibrido fra una macchina e una moto. Le masse in gioco, che in un fuoristrada sono ripartite lungo lo chassis, nel quad sono concentrate nella zona motore, mentre l’instabilità intrinseca di questo mezzo si allontana di molto da una moto, cosi come la sua conduzione. Fondamentalmente, il guidatore cavalca il motore, ed è sulla base della posizione di questo rispetto al terreno ed al telaio che il pilota deve impostare il proprio stile di guida.
Ogni quad racchiude delle caratteristiche strutturali proprie, riscontrabili nella disposizione delle masse e quindi dei baricentri che, unite alle prestazioni del motore, determinano il suo comportamento in fuoristrada. Il nostro scopo non è quello di trasformarvi in piloti collaudatori, ma di istruirvi su come capire il vostro mezzo e trovare il suo punto limite, senza mai superarlo… La sicurezza prima di tutto!
Conoscere il nostro quad
Se siamo alle prime armi, è bene conoscere a fondo il nostro quad, tenendo a freno la frenesia di partire e smanettare immediatamente, (lo sappiamo che è difficile) cerchiamo di dedicare alcuni minuti allo studio del mezzo. Osserviamo bene la strumentazione, i sistemi di frenata e il cambio; cerchiamo di capire gli ingombri e la posizione di guida. Facciamoci aiutare dal concessionario che sicuramente ci dedicherà del tempo per le spiegazioni di rito del veicolo e delle sue diverse funzionalità.
Capirne il comportamento
Prima di tutto cerchiamo di comprendere il comportamento del veicolo: valutiamo la risposta all’acceleratore e le performance di frenata. Mettiamo alla prova anche le sospensioni sia in curva che in rettilineo a marcia ridotta e in velocità. Ricordiamoci che non stiamo guidando né una moto né un fuoristrada; il quad è un mezzo a sé stante che richiede una propria tecnica di guida.
Le prime curve su asfalto e terra.
Come nella moto il pilota con il manico si vede in piega, anche nel quad il bravo pilota di distingue in curva soprattutto se in asfalto. Il primo concetto da affrontare è la differenza fra sovrasterzo e sottosterzo. Nel primo caso, il quad tenderà a spingere il posteriore verso l’esterno della curva, mente nel secondo saranno le ruote anteriori a scivolare verso l’esterno della curva. Per ridurre il sovrasterzo basterà ruotare il manubrio verso l’esterno della curva a differenza del sottosterzo che necessita di una parzializzazione del gas.
Questi sono due aspetti molto importanti che vanno valutati attentamente. Le prime curve quindi, vanno affrontate sempre con moderazione, sia per comprendere il comportamento delle nostre sospensioni sia per capire la reazione del mezzo. Ogni quad ha un proprio temperamento che si concretizza nell’affrontare le traiettorie con più o meno rollio laterale e quindi con appunto più o meno sovrasterzo. Pieghiamo il busto internamente al raggio di sterzata cercando di mantenere il quad con le ruote a terra il più possibile. Manteniamo costante la velocità pronti per aprire in uscita. In fuoristrada il comportamento del quad cambia drasticamente, soprattutto se la superficie su cui ci muoviamo è molto sdrucciolevole. Il quad, sportivo o utility che sia, riduce l’effetto rollio e il sollevamento della ruota interna, prediligendo il sovrasterzo. In ogni caso affrontiamo le prime curve in maniera tranquilla ma decisa, magari facendo le prime simulazioni con il corpo di curve veloci e teniamo sempre in mente che abbiamo tanto tempo per scoprirne i limiti.
Come assicurare un quad
Come ben sapete il premio annuale assicurativo dipende da innumerevoli fattori tipo la cilindrata e la potenza ma quello che per primo incide è l’omologazione, l’Europa, nella direttiva 2002/24/CE del Parlamento Europeo afferma che quad e microcar appartengono alla stessa categoria, i quadricicli. Nella realtà delle cose questa assimilazione è sbagliata per un milione di motivi, innanzitutto perché, come è facilmente intuibile, la progettazione ingegneristica è totalmente diversa, come anche la metodologia d’uso: prettamente stradale per le microcar, fondamentalmente fuoristradistico per i nostri quad.
Questa mancanza legislativa porta gli attuali delle compagnie assicurative (gli impiegati che stabiliscono il tasso di rischio) a redigere un tasso attuariale secondo la legge Europea, accorpando quindi quad e microcar, sfavorendo notevolmente noi quaddisti.
Una buona notizia ce la diede Bersani che con il suo decreto, stabilì che il proprietario di un veicolo acquistato nuovo o usato, potesse ottenere la stessa classe di merito di un mezzo circolante e assicurato già in suo possesso o in possesso di un componente del nucleo familiare convivente. Successivamente la Legge Bersani ebbe nel 2020 un importante aggiornamento chiamato RC Auto familiare (o Bonus Malus familiare, o Bersani bis) per permettere di ereditare la Classe di Merito (CU) di un altro veicolo, in pratica: quando acquisti un veicolo o rinnovi la tua polizza, puoi ereditare la CU di un altro veicolo anche se di diversa tipologia, ma di tua proprietà.
Consigli utili
Nell’accordo di Responsabilità Civile (RC) non sono inclusi i danni per chi guida, è consigliabile aggiungere quindi una garanzia che copra il conducente del veicolo in caso di sinistro con colpa (Infortunio conducente).
Oltre all’Infortunio Conducente si possono aggiungere tante tipologie di coperture opzionali comuni anche alle auto come: furto, incendio, agenti atmosferici, atti vandalici, copertura per assistenza legale, copertura per assistenza stradale.
Chi utilizza il quad spesso viaggia anche all’estero, bisogna quindi verificare in quali paesi la copertura è attiva, alcune compagnie possono escludere i paesi extra UE, come ad esempio i paesi africani come Tunisia e Algeria, meta di tanti tour per quaddisti.
Per tutti i nostri consigli utili sull’assicurazione quad clicca qui
Gomme per quad
Il contatto con il terreno è molto importante quando si viaggia in fuoristrada. Fondamentale risulta quindi scegliere la gomma migliore per il nostro quad, mantenendo le misure scritte sul libretto di circolazione. La scelta va fatta in base anche al tipo di terreno che abitualmente affrontiamo. La tecnologia in questi anni ha fatto passi da gigante in questo campo e le più importanti Case produttrici di pneumatici propongono oggi prodotti in grado di funzionare bene su tanti tipi di terreni. Sono anche in grado di fornici prodotti specifici, come ad esempio le gomme sviluppate per fango e neve, che hanno tasselli molto alti ed usano una mescola morbida per aumentare il grip, questo a discapito di consumi elevati se utilizzati su asfalto dove inoltre producono un rotolamento molto rumoroso. Trovare quindi il giusto compromesso tra performance, comfort di guida e durabilità non è facilissimo, aumentando l’esperienza sul nostro quad aumenterà la consapevolezza su quale pneumatico renda meglio per il nostro stile di guida, i terreni affrontati, il tipo di quad che conduciamo.
Struttura radiale o diagonale?
La distinzione che possiamo aiutarvi a fare è senza dubbio quella per indice di carico dove la struttura della carcassa risulta essere fondamentale per la resistenza. A oggi gli pneumatici a struttura radiale hanno superato le perfomance di quelli a struttura diagonale, a parte dei casi specifici.
La costruzione della carcassa è affidata a strati di tele costituiti da fili sintetici che si sovrappongono con angolature diverse, nel caso di quelli a struttura diagonale le tele si sommano con angoli di 55°, mentre quelli a struttura radiale gli strati di tele sono tutti perpendicolari all’asse di rotazione. Gli pneumatici radiali a 8 tele sono spesso utilizzati in gare di lunga durata come rallyes e baja perché consentono carichi molto più pesanti.
Abbigliamento quad
Sembra scontato ma è un argomento molto importante. Prima di tutto c’è l’uomo! Perché un quad rotto si ripara, ma riparare noi stessi è sempre più doloroso e difficile e nei peggiori dei casi irreversibile, allora pensiamo alla nostra sicurezza in primis. Indossare sempre casco, guanti e protezioni per la schiena: è questo il primo e fondamentale passo che ogni motociclista e/o quaddista deve eseguire. Assicurarsi che il paraschiena indossato sia omologato, come anche il casco che, oltre all’omologazione, deve essere in buono stato. Bisogna ricordare che un casco che ha subito un consistente urto, può non essere più sicuro e va quindi valutata la sua sostituzione.
È scontato l’impiego di una visiera o di una maschera a protezione degli occhi, una parte molto delicata ed esposta soprattutto in fuoristrada. Sono fondamentali i guanti sia dal punto di vista della protezione della mano che da quello della guida; in estate con le mani sudate non è raro che queste scivolino dalla manopola e lì sono dolori! Altro particolare fondamentale sono gli stivali: cross, enduro o trial, l’importante è che caviglia, tibia e perone siano protetti e tenuti rigidi.
Preparare un’uscita in quad
Se ci dovessimo paragonare a un’altra categoria non ci dovremmo confrontare a semplici turisti in moto, ma ad un alpinista che prepara con sapienza e metodo il proprio zaino prima di ogni uscita. L’alpinista sa che tutto può andare bene ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, bisogna contare sulle proprie capacità e la preparazione è fondamentale, soprattutto se siamo lontani da centri abitati e strade. Ecco perché è bene che ogni quaddista si prepari nella maniera migliore prima di ogni uscita; prepararsi e preparare, ovvero controllare che il proprio mezzo sia in ordine e preparare noi stessi, cioè indossare l’abbigliamento idoneo, le protezioni giuste e collezionare tutta una serie di oggetti utili per emergenze meccaniche e sanitarie. Sempre in maniera schematica, facciamo una sorta di lista della spesa spiegando cosa fare in qualunque situazione, quasi fossimo delle casalinghe che pianificano la loro giornata. Come già espresso sopra l’abbigliamento adeguato è fondamentale, ma è importante anche:
Controlliamo il nostro quad
Un tempo si diceva: “Cura il tuo cavallo perché è lui che ti porta”. Quei tempi sono passati e il cavallo si è trasformato in moto o quad, che comunque continuano a portarci in giro. Allora abbiamone cura, controlliamolo, ispezioniamolo in modo che non ci deluda mai. Ci sono delle semplici e veloci procedure da eseguire ogni volta che usciamo che sommate richiedono giusto una mezzora. In primis diamo un’occhiata agli pneumatici, una veloce ispezione dello stato del battistrada e della pressione che, se il quad è fermo da qualche giorno, sarà sicuramente scesa. È bene gonfiare gli pneumatici a una pressione che varia dai 0.4 ai 0.7 bar. Gomme a posto, è bene dare sempre un colpo d’occhio alla vaschetta di compenso del liquido di raffreddamento e al livello dell’olio motore. Ogni quad ha una sua procedura, tappo svitato o tappo avvitato, che prevede sempre di tenere il motore acceso per qualche minuto, fermarlo, aspettare circa un minuto e misurare il livello. Alla catena o al cardano, anche se pensiamo che sono a posto, diamogli sempre un’occhiata o meglio ancora un’ingrassata, come anche il filtro dell’aria che, se in condizioni pietose, potrebbe compromettere le prestazioni del vostro mezzo.
Il nostro kit di sopravvivenza
Noi, come anche il nostro quad siamo pronti ma, ripensando all’alpinista che parte per una scalata, mettiamo sempre in conto l’imprevisto. Una semplice foratura, alquanto comune, o una rottura minima, anche se facilmente risolvibili in autonomia, possono lasciarci a piedi se non adeguatamente attrezzati. Quindi bisogna avere sempre con sé un kit di riparazione o un “gonfia e vai”; la spesa è modica e può risolvere tanti problemi. Può succedere di tutto, facendo gli scongiuri, quindi è fondamentale una cinghia di traino utile per noi o per aiutare i nostri compagni in difficoltà. Un piccolo set di chiavi con le misure più comuni è sempre utile, come è utile uno smagliacatena qualora il nostro quad abbia una trasmissione di quel tipo. Tutte queste cose occupano poco spazio e possono tranquillamente essere stipate in un marsupio, ne esistono di dedicati, o nel bauletto del nostro quad.
Nulla esclude che ognuno possa decidere di aggiungere altra attrezzatura idonea al tipo di percorso che andremo a percorrere. Fondamentale, ma non ci pensiamo mai, è avere con noi un piccolo set di pronto soccorso; in commercio esistono delle pochette di dimensioni contenute ma con all’interno tutto il necessario per fare una medicazione o medicare una contusione; anche in questo caso è utile arricchirlo con materiali a nostro piacimento che riteniamo idonei alla nostra attività.
Principali case costruttrici
Se avete letto la sintetica storia del quad, sapete già che i primi veicoli a 3 e 4 ruote vengono dalle giapponesi Honda, Yamaha e Suzuki negli anni 80. Poco dopo, precisamente nel 1985 l’americana Polaris ho introdotto sul mercato la prima versione di Scrambler ATC e Trail Boss ampliando il suo mercato fino ad allora dedicato esclusivamente al segmento motoslitte. Nello stesso anno Yamaha lanciò il suo primo 4 ruote chiamato YFM200 con motore 4 tempi da 196 cc, mentre dobbiamo aspettare il 1998 per vedere il primo Bombardier sul mercato. BRP lanciò il marchio Can-Am nel 1972, per la sua linea di moto da cross e dirt-bikes ad alte prestazioni e solo nel 2006 i quad entrarono a far parte della famiglia Can-Am. La storia del marchio canadese nel mondo ATV ha inizio con il quad utility Bombardier Traxter nominato nel ‘98 “ATV dell’anno” da ATV Magazine.
Qualche anno prima, nel 1996, anche i dirigenti di Arctic Cat hanno fiutato la grande espansione del mercato ATV. Il loro settore moto d’acqua arrancava mentre il mercato dei veicoli fuoristrada stava registrando il 20% di crescita. Arctco (era il nome dell’azienda prima che venisse cambiato in Arctic Cat nell’agosto del 1996) lancio così il suo Bearcat 454 che seppe ritagliarsi una nicchia importante nel settore. Più recenti sono le storie di Taiwan Golden Bee e CFMoto. La Taiwanese TGB inizia la sua storia nel 1965 come partner di Piaggio per la realizzazione di componenti per la Vespa, solamente nel 2005, dopo essere diventata la maggior produttrice di CVT al mondo, lancia il suo primo ATV, il Blade 400.
CFMoto è stata fondata in Cina nel 1989 in pochissimi anni è arrivata ai vertici come costruttrice di motori per scooter, moto e ATV. Negli ultimi anni il suo sviluppo è stato impressionante portando il marchio a diventare leader in Europa nel 2020.