Il nome quad, altro non è che la contrazione della parola QUADriciclo, ribattezzato così in italiano, molti lo conoscono con il nome originale di ATV, sigla che in inglese sta per ALL TERRAIN VEHICLE, cioè veicolo a tutto terreno.
All-Terrain Vehicle
Questo All-Terrain Vehicle (ATV), che inizialmente poteva avere tre o quattro ruote, fu sviluppato per la prima volta in Giappone, da una fabbrica situata in un’area isolata del paese. Durante il disgelo primaverile e durante la stagione delle piogge, in un contesto in cui era impossibile viaggiare con i veicoli convenzionali, questi ATV, che inizialmente furono sviluppati con tre ruote, risultarono il modo migliore per viaggiare e spostarsi nelle zone più inaccessibili. Sviluppato appunto per i percorsi più impegnativi, fu associato da subito al fuoristrada e all’off-road in senso più ampio. Non passò molto tempo che questi nuovi mezzi furono portati anche nella vicina America. Quando il primo ATV apparve negli Stati Uniti, nei primi anni ’70, questo fu designato, promosso e di conseguenza conosciuto e venduto come un veicolo ludico e ricreativo, predisposto per dare più emozioni ai rider, che avevano a disposizione un mezzo altamente performante in qualsiasi tipo di situazione. Questo, a tutt’oggi, è comunque rimasto il suo primario uso, anche se a conti fatti questa definizione potrebbe sembrare molto limitativa (ma ne parleremo più avanti).
Lo sviluppo degli All Terrain Vehicle
Da quel momento in poi lo sviluppo del quad non ebbe più freni, sia da un punto di vista qualitativo sia da un punto di vista più commerciale, tant’è che molte aziende iniziarono a predisporre la creazione di nuovi modelli, performanti, comodi, pratici. Siamo negli anni ’80 e in America, patria del quad per eccellenza, l’uso degli All Terrain Vehicle è pronto ad esplodere in mille modi, versatile come si rivela questo mezzo ai più svariati usi. Non solo la pista da fuoristrada e il sentiero da montagna, ma si scopre, e direi si riscopre, l’originale utilità del mezzo, che viene visto ora non solo come ricreativo ma anche come idoneo a molti lavori, soprattutto quelli all’aria aperta in cui l’accidentalità degli eventi atmosferici può contribuire a creare situazioni avverse. Il quad diventa il mezzo ideale anche per molti sport e attività non propriamente connesse con i motori, come la caccia, la pesca, diventando indispensabile nell’agricoltura, nelle grandi come nelle piccole aziende agricole.
E dall’America i quad fecero poi il giro del mondo fino ad arrivare in Europa, dove il fenomeno possiamo dire che sia relativamente recente, databile forse agli inizi degli anni ’90, anni che comunque videro la nascita del fenomeno e non ancora il suo grande sviluppo. Come ogni cosa che si rispetti, possiamo dire che furono quelli gli anni in cui incominciò il focolaio di quello che ai giorni oggi possiamo definire un grande fuoco, le premesse per un nuovo mercato e fenomeno. In Europa rimane comunque prevalente il suo aspetto sportivo, che non significa l’annullamento di quello lavorativo, ma solo una valutazione in cui si conferma la grande predilezione per l’uso ricreativo del quad, anche se le cose cominciano ora a prendere un aspetto alquanto diverso. L’Italia in sè per sè sta iniziando in questi ultimi anni a conoscere questo fenomeno, e le persone iniziano con curiosità prima e grande interesse poi a prende coscienza di questo nuovo mezzo, che ha comunque intrinseche tutte quelle potenzialità che caratterizzano i grandi successi, cioè versatilità d’utilizzo e gradi doti performanti.
Un mezzo guardato all’inizio con il solito sospetto, che colpisce non solo per un’estetica particolare e comunque azzeccata, ma soprattutto per le doti che dimostra sul campo, e non è, in questo caso, solo un modo di dire.
Per spiegare al meglio come si è sviluppato il quad è necessario un altro passo indietro per cercare di capire meglio di che cosa stiamo parlando. Con “all-terrain vehicle” possiamo intendere alcuni tipi di veicoli motorizzati come il buggy (quadriciclo leggero per uso ricreativo con ruote grandi e le gomme progettate per uso sulle dune di sabbia o sulle spiagge, che monta un motore modificato predisposto su un telaio aperto), o tricicli (abbreviato trike, veicolo a tre ruote) destinato ad un impiego off road. Ora, l’American National Standards Institute (ANSI), esperta nella raccolta di dati e nelle statistiche, definisce un All Terrain Vehicle come quel veicolo che solitamente viaggia con le ruote a bassa pressione, caratteristica unica per un mezzo a motore, che ha un’ampia seduta per l’operatore e un manubrio per il controllo della guida.
Cosa molto particolare è che questa definizione dell’ANSI limita un All Terrain Vehicle all’uso da parte di una singola persona. Inoltre, c’è da fare un’ulteriore distinzione fra quad a quattro ruote e quad a tre ruote, non più molto in uso ai nostri giorni ma comunque, è bene ricordare, alla base degli attuali mezzi. Infatti, possiamo dire che la versione a quattro ruote è più comunemente chiamata quad, quattro ruote o All Terrain Vehicle negli Stati Uniti e nel Canada, mentre termini come “quad bikes” o “quad cycles” sono più comuni in altri paesi di lingua inglese. Il modello a tre ruote, invece, viene solitamente chiamato ATC (termine che porta il marchio di fabbrica della Honda), tre ruote, “all-terrain cycles” e, appunto, “trike.” Esistono poi dei modelli decisamente diversi di ATV che possono avere sei o anche otto ruote e vengono principalmente sviluppati e poi sfruttati per più specifiche applicazioni (il mezzo si guida come un normale motociclo, ma le ruote in più rendono il mezzo più stabile e sicuro nelle situazioni più estreme. Esempio ne sono i mezzi anfibi, solitamente a otto ruote, utilizzati per attraversare piccoli fiumi. Per concludere, si può dire che gli All Terrain Vehicle possono anche essere considerati come Off Highway Vehicles (OHV) o Off Road Vehicles (ORV), insieme con altri mezzi quali motociclette da cross, jeeps, ecc…
Anni ’60, inizia a prendere forma il primo All Terrain Vehicle
Il primo ATV, inteso come veicolo nato per l’uso in fuoristrada, possiamo dire che prende forma durante il 1950 con alcuni primi modelli che inizialmente vengono sviluppati con ben sei ruote. È solo nel 1960 che viene però sviluppato un ATV in senso moderno con lo sviluppo dell’ATC, nato per pura necessità, quella di spostarsi e muoversi anche in condizioni climatiche e ambientali non favorevoli.
Nel 1967 la Honda America, nata inizialmente come negozio per la vendita dei prodotti della casa giapponese, chiede alla Honda R&D Ltd in Giappone la progettazione di un nuovo prodotto che potesse essere utilizzato in quelle situazioni in cui non è idoneo l’uso di un motociclo, di un mezzo cioè che potesse essere guidato anche in condizioni atmosferiche e ambientali non favorevoli. Fu assegnato a questo progetto di ricerca l’ingegnere Takeuchi assieme ad un piccolo gruppo di suoi collaboratori, che già all’interno dell’azienda avevano il compito di creare nuovi progetti, molti dei quali, possiamo dire, non hanno mai visto la luce fuori dal laboratorio.
Ma nulla è andato perso ed un fatto è certo, che i continui progetti e ricerche, e l’esperienza acquisita hanno dato all’ingegnere Takeuchi i materiali, molti dei quali all’avanguardia, e le capacità tecniche e meccaniche per poter sviluppare un nuovo veicolo, che per funzione e prestazioni, poteva essere idoneo a percorrere terreni insidiosi e poco agibili. Takeuchi ha cominciato a lavorare al progetto con in testa tantissime idee, soprattutto con tantissimo materiale e con un grande assortimento di componentistica meccanica. Tante furono le combinazioni di ruote provate su un unico mezzo, da due a tre, poi quattro, cinque e perfino sei. Alla fine la soluzione migliore sembrò rivelarsi quella che vedeva il posizionamento di tre ruote per veicolo, due nel posteriore e una all’anteriore, sia per la stabilità che garantiva anche rispetto ai comuni mezzi a due ruote, e sia perchè più agile e idoneo, rispetto a quelli a sei, a percorrere terreni scoscesi e fondi scivolosi che non garantivano grande aderenza. Ricordiamo che questo in fondo doveva essere il suo scopo principale. Questo nuovo motociclo della Honda fu nominato inizialmente ST70, dal nome del motore 70 cc a quattro tempi con singolo-cilindro che montava. Le basi erano state gettate ma il lavoro sembrava ancora molto lungo dal raggiungere un risultato pieno e che soddisfacesse tutti i requisiti proposti: maneggevolezza, praticità di guida su tutti i terreni. Alla fine nel 1970 si ebbe il primo All Terrain Vehicle, sviluppato da Takeuchi e dalla Honda. Il suo nome era US90, rinominato All-Terrain Cycle 90, ATC90, quando nel 1971 gli viene montato un motore da 89 cc in luogo di quello da 70 cc (l’ST70, rinominato ATC70, verrà riproposto solo nel 1973 come versione più piccola dell’ATC90)
Se la necessità è stata la madre del primo ATV, l’assistente tecnico della Honda Osamu Takeuchi può essere a tutti gli effetti considerato come il padre
(If necessity was the mother of the first ATV, Honda engineer Osamu Takeuchi was its father” – da www.atving.com).
Ora la sfida più grande sembrava essere la ricerca di una gomma che riuscisse a soddisfare la necessità di presa su terreni particolari e che riuscisse a camminare su sfondo molle e variabile quale poteva essere neve, sabbia e fango.
Takeuchi e la ricerca della gomma da quad perfetta
Takeuchi infatti è ora alle prese con il gravoso problema delle ruote che, a tale scopo, devono avere una grande aderenza al terreno. L’idea viene quando riceve inaspettatamente una nuova invenzione americana denominata “Amphi-Cat¨, una specie di gomma che funzionava ad una pressione molto bassa ed era completamente ed esageratamente gonfia, una “high-flotation balloon tire“, cioè una specie di gomma ad aerostato galleggiante. Da qui, per effetto contrario, l’idea di utilizzare gomme parzialmente sgonfie o comunque poco gonfie che potessero galleggiare si, ma sull’acqua, sul fango cioè camminare su terreni scivolosi, sconnessi, non percorribili con i normali mezzi disponibili. Così deciso passa alla fase successiva, quella di predisporre il suo prototipo per il funzionamento con ruote a bassa pressione, andando per prima cosa a lavorare ad una nuova gomma. La gomma che ne scaturisce è da da 22 pollici (55,9 cm) gonfiata a 2.2 PSI. Con il dilemma della gomma risolto, subentra il problema del motore che essendo da 70 cc, difettava perchè non abbastanza potente per spingere il mezzo che, con ruote a bassa pressione, doveva avere più grinta e quindi maggiore potenza per garantire il 100% delle prestazioni in condizioni di terreno instabile, come quello con neve o fango, e in fondi non omogeni.
Pensò quindi ad un motore da 90 cc a 4 velocità, ideale per seguire quella richiesta di flessibilità che l’andatura in un terreno variabile e sconnesso richiede. La nuova ed ultima fase era quella di ipotizzare e sviluppare un nuovo telaio che si accoppiasse al nuovo motore, più potente, e al nuovo tipo di gomme. Il telaio che uscì dal progetto ricordava vagamente nelle sue linee principali la forma di un triangolo. Venne introdotta poi la valvola a farfalla che ha permesso che i riders potessero giocare sulla moto in curva, spostando il loro peso in base alla traiettoria e manovrando meglio il mezzo. Benchè la sospensione sia una parte integrante dell’ATV moderno, si può dire che le gomme di Takeuchi riuscirono a non farne sentire la mancanza assorbendo bene le asperità e i contraccolpi del terreno. Impiegando meno pressione sul terreno molle o sensibile, quelle gomme permettevano al veicolo di andare in posti altrimenti inaccessibili agli altri mezzi, lasciando anche poca traccia del loro passaggio.
Honda US90 o ATC90 All Terrain Cycle
È così che nasce ufficialmente il primo ATV a tre ruote, introdotto in America, come abbiamo già detto, nel 1970 con il nome di US90 (è sempre bene tenere a mente come l’US70 fosse il prototipo di laboratorio, non subito commercializzato in quanto non abbastanza potente, e che consideriamo d’ora in avanti come primo ATV l’US90, rinominato ATC90, che deriva da All Terrain Cycle, sigla per altro di diritto della Honda che l’ha coniata. L’US70, rinominato ATC70, uscirà solo qualche anno più tardi).
7 cavalli di potenza, 4 velocità e frizione automatica, l’US90 era originariamente venduto al prezzo di 595 dollari. Alla fine tre furono i modelli ATC che si susseguirono attraverso gli anni ’70: il primo fu un prototipo, l’US70 (nominato solo poi ATC70), in seguito fu la volta del primo ATC90 prodotto e commercializzato nei primi anni della decade, dell’ATC70 proposto per le persone più giovani ed inesperte, e dell’ATC 110 nel 1979, innovativo e decisamente molto potente. E’ presto immaginabile come l’evoluzione dell’ATC fu travolgente, come del resto lo fu la sua introduzione sul mercato.
Ma ben presto ci si trova davanti ad un altro problama. Per quanto le originali gomme siano buone su neve e sulla sabbia, dimostrano con il tempo il loro punto debole, la vulnerabilità a tutte le superfici taglienti, come sassi, rami sporgenti, materiale affilato. Le gomme quindi, molto vulnerabili e soggette alle rotture, non erano poi riparabili, per cui dovevano essere continuamente cambiate e sostituite. Viene così pensata in questi anni il primo modello di ruota moderna, con supporti in acciaio e primi cuscini ammortizzatori per assorbire i contraccolpi della strada. Alla fine però questo immense lavoro di studio ebbe il suo riscontro.
Fu un successo clamoroso! Commercializzato come veicolo ricreativo, fece persino la sua comparsa nel famoso “Una cascata di diamanti” film della saga James Bond Agente 007. Negli anni ’80 la domanda di ATV arrivò ai massimi storici e il suo successo non fu solo legato al puro divertimento, ma a un utilizzo più ampio e utilitaristico come a esempio negli enormi Ranch americane o nelle fabbriche. Ma non fu “tutto oro quello che luccica”, la grande popolarità che questi veicoli ottennero causò un considerevole aumento di incidenti, tanto che la Commissione per la sicurezza per i prodotti di consumo (CPSC) apri un’indagine che portò il Governo Americano a vietare nel 1988 la vendita dei veicoli a tre ruote. L’inchiesta della CPSC ha spinto i costruttori a creare qualcosa che aumentasse la sicurezza e fu così che nacque il primo ATV a 4 ruote. La prima azienda fu Suzuki che nel 1982 introdusse il suo QuadRunner 125. Il primo quad della storia aveva 5 marce, la retromarcia e il contachilometri. Honda non stette a guardare e nel ’84 lanciò il FourTrax TRX250R e due anni dopo il primo ATV a 4 ruote motrici, il FourTrax 350 4×4.