Punto di riferimento
Sono a casa che raccolgo le emozioni e metto insieme i ricordi di un rally in Marocco appena concluso. In un panorama di rally Africani asfittici il Morocco Desert Challenge 19 (MDC) mi ha sorprendentemente meravigliato per la sua proposta, energia e bellezza
testo di Gianernesto Astori, foto di Alessio Corradini & G. Astori
Ho corso con organizzazioni francesi (la maggioranza), inglesi, italiane, spagnole, rumene, greche e turche, dove direttori di gara con pedigree importantissimi hanno gestito eventi straordinari (ripenso con piacere a Renè Metge che con la sua Transorientale nel 2008 ci aveva fatto fare il giro di mezzo mondo o a Neveu-Pelletier a fine anni ’90 con il loro Rally di Tunisia). Ma ultimamente facevo fatica a trovare eccitazione pensando di iscrivermi al solito rally a margherita, sulle solite piste stra-battute da tutti gli organizzatori.
Mi sono iscritto all’MDC per quei valori che mi hanno fatto tanto amare i rally raid: spirito di avventura, spazi aperti, paesaggi e natura, vita da bivacco, lunghe tappe in linea e tanti giorni di gara. Aggiungo l’emozione di correre per la prima volta nel deserto con un SSV e di farlo con un amico con cui condivido esattamente gli stessi piaceri e che ama profondamente questo mondo.
Francesco Tarricone “Tarri” avrebbe dovuto condividere con me anche il volante, ma un piccolo intervento al braccio destro giusto pochi giorni prima del via l’ha relegato al solo ruolo di navigatore.
“Gert pensiero”: Gert Duson è da 11 anni l’anima del rally, è l’organizzatore, è il deus ex machina, è il riferimento per tutti. Nonostante un mega team di collaboratori e volontari che fanno giare la macchina operativa alla perfezione, lui è il rally. In più occasioni scambiamo delle chiacchiere da cui ne escono delle mini interviste che mi fanno…
Il resto dell’articolo lo trovi sul numero 158 di Moto4 in edicola o in digitale