Un utile vademecum dedicato a chi si appresta all’acquisto di un quad agricolo a targa gialla o di un side by side agricolo, con omologazione agricola T3 (targa gialla)
L’inquinamento dell’aria è un problema che coinvolge, purtroppo, tutti quanti noi, oltre a ogni settore, dalle industrie al singolo cittadino. Anche per questo motivo l’UE ha imposto normative sempre più severe soprattutto relativamente alle cause più rilevanti delle emissioni: i motori endotermici.
Tralasciando le questioni politiche ed emozionali sulle eventuali reali cause dell’inquinamento atmosferico, vogliamo concentrarci sulle questioni che coinvolgono il nostro settore per fornire alcune risposte alle domande più importanti.
Targa bianca o targa gialla?
Come se non bastasse la nuova normativa non si limita a regolare le emissioni dei propulsori ma coinvolge anche altri aspetti legati alla sicurezza: i costruttori sono stati costretti quindi, a proporre soluzioni in grado di contenere i rischi relativi al controllo del veicolo come appunto l’inserimento obbligatorio di un differenziale posteriore.
Sembrerebbe quindi inevitabile che tutti noi ci si debba adattare a guidare quad con il differenziale sbloccabile, con la centralina “castrata” e altre cose ancora, ma invece non sarà così. Il legislatore ha lasciato uno spiraglio destinato a una nicchia di utenza che consente di poter scegliere tra la nuova “targa bianca” e la “targa gialla” destinata alle macchine operatrici e al quad agricolo.
Va detto che non si tratta di una novità: anche in passato era possibile immatricolare il quad agricolo, ma per farlo il costruttore doveva modificare in maniera molto invasiva il veicolo: sella a poltrona ammortizzata, specchi grandi, lampeggiante, limite di velocità impostato a 40 km/h e molto altro ancora.
Mother Regulation
Le cose sono un po’ cambiate con l’introduzione del Regolamento 167/2013/Ue, noto come “Mother Regulation” che ha fissato nuovi standard per la produzione in serie di quad agricoli. La materia è piuttosto complessa ed entreremo nel vivo…
Il resto dell’articolo lo trovi sul numero 162 di Moto4 disponibile in versione cartacea come arretrato o in versione digitale