Tornare in sella
Moto4 ha spesso esaminato come il quad abbia aiutato tanti disabili a godere ancora del piacere di guidare. Alcuni di loro ci hanno raccontato le proprie storie. In questo numero ne parliamo con Iacopo, quaddista disabile, e con Fausto Nosenzo, responsabile tecnico della Handytech, azienda che si occupa degli adattamenti
Il quad non è solo un veicolo ludico o lavorativo, ma anche sociale, di aggregazione e, aggiungiamo noi, di rinascita. Grazie al quad persone meno fortunate di noi possono tornare in sella, per assaporare i profumi del bosco, sentire il vento in faccia o anche solo fare un giro tra le vie della città in totale autonomia e sicurezza.
Le barriere che la vita ci pone davanti, sia architettoniche, sia mentali possono essere abbattute se lo si vuole davvero, basti pensare a Nicola Dutto (foto a destra), un motociclista che queste barriere non solo le ha abbattute ma, si potrebbe dire, le ha completamente polverizzate.
Dopo un incidente in seguito al quale nel 2010 perse l’uso delle gambe Nicola è riuscito a risalire in sella a una due ruote partecipando a rally, baja 1000 e infine Dakar e Africa Race, i due rally raid più duri al mondo. Un altro esempio è senza dubbio Gianluca Tassi, di cui abbiamo riportato il racconto nel numero di marzo/aprile di Moto4: Gianluca è un pilota paraplegico che, insieme al suo navigatore Angelo Montico, e alla guida del suo Yamaha YXZ1000R, ha affrontato e concluso con successo l’Africa Eco Race di gennaio scorso.
Ovviamente non tutti saranno in grado di compiere queste gesta, ma non è questo l’importante; l’importante è tornare in sella come ha fatto Iacopo – solo Iacopo, senza cognome – che ci racconta la sua storia.
Il resto dell’articolo lo trovi sul numero 163 di Moto4 in edicola dal 7 maggio 2020 o in digitale cliccando qui