Un weekend a Marrakech
Ci sono delle città che si visitano e altre in cui ci si perde: Marrakech fa parte delle seconde. Inutile sperare di seguire a lungo una mappa: i vicoli della Medina si prenderanno presto gioco del nuovo arrivato. Andando a caso tra le stradine si finisce sempre per sbucare sulla piazza di Djemaa el-Fna, che funge da magnete attirando ogni tipo di animazione. Il momento migliore per ritrovarcisi è alla fine del giorno, quando emana un fracasso indistinto formato dal rumore della musica gnaoua, dal suono dei flauti degli incantatori di serpenti, dei richiami dei venditori di zuppa o di succo d’arancia…
Chi è stanco del frastuono della città potrà guadagnare le valli e i contrafforti dell’Atlas, alle porte di Marrakech, dove si può passeggiare sui sentieri e sulle magnifiche piste nei dintorni della città.
Quando a Milano, Parigi o Bruxelles il tempo ci deprime e lo smog diventa insostenibile, si può programmare un’avventura da sogno per salvarsi. Alle porte della città color ocra si trova Agafay; questa zona desertica dista 20 km da Marrakech e dai suoi palmeti, in un’area compresa tra la diga di Lalla Takerkouste a est, il massiccio dell’Alto Atlas a sud e la strada delle miniere di Guemassa verso ovest.
Si prova una sensazione unica in questi luoghi, soprattutto perché sono ancora incontaminati dal turismo. Questa zona è chiamata “deserto” per la sua estrema aridità e per la conformazione del suolo che permette di immaginare la forma delle dune di sabbia. Il colore bianco sabbia rafforza questa impressione di immensità. Sullo sfondo si stagliano i magnifici massicci dell’Alto Atlas e il monte Jebel Toubkal, visibili in presenza di cielo terso, e i numerosi canyon nascondono piccole oasi.
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