Transfennec 2010: Un po’ di deserto nell’anima
Silenzio nudo, appagante, avvolgente, immenso. È questo che trovo nel deserto: il silenzio che non è assenza di parola, ma durata infinita di una vocale, di una consonante, eco improbabile lunga un’eternità. È per questo che sono tornato…
La prima volta, in Libia, è stato un andare verso il vuoto, un andare per andare come nella vita, l’andare per l’impossibilità di non andare, il vedere perché non si può che vedere, l’ascoltare perché non si può che ascoltare e neppure se mi tappassi le orecchie come Ulisse temendo il canto delle sirene, ci riuscirei, perché non è con le orecchie che si ascolta il silenzio. Ma stavolta la location è leggermente più rumorosa: 200 quad che provano a scavalcare una serie infinita di dune di svariate forme, altezze e consistenze. Siamo in quel di Douz, alle porte del deserto tunisino, per partecipare alla Transfennec che, giunta alla 13^ edizione, si è svolta dal 7 al 14 novembre. Il raid è programmato in sei tappe che ci condurranno verso la punta estrema della Tunisia, racchiusa tra l’Algeria e la Libia. È una zona interdetta al turismo e saremo scortati dai militari a bordo di Hummer. Il regolamento prevede di seguire un itinerario tramite un road book, disseminato di svariati waypoint da individuare con il navigatore GPS, in dotazione a ogni pilota. Una volta arrivati in uno dei punti presunti, si invia tramite uno spot satellitare la posizione con relativo orario al computer…
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