Nepal, una parola dal suono lontano
È difficile raccontare una nazione, l’atmosfera, le sfumature e gli odori che la fanno vivere. Nel caso del Nepal ancora di più. Dieci giorni di spedizione, 1.500 km di percorso impervio, fino all’ombra dell’imponente catena Himalayana, dove abbiamo toccato i 4.000 metri di Muktinath
Nepal in quad … chi l’avrebbe mai anche solo pensato? Un viaggio che ha richiesto oltre due anni di ricognizioni e di ricerche, interi mesi per definire la logistica, il trasporto e le infinite pratiche burocratiche, ma alla fine con una soddisfazione incredibile riusciamo nell’impresa.
I quad ci permettono di gustare appieno e di toccare da vicino le sensazioni che questo meraviglioso Paese trasmette, ogni curva, ogni angolo, o anche un breve tratto di pista, si è donato a noi, giorno dopo giorno e i nostri occhi e le nostre anime sono state lentamente conquistate in profondità.
La prima grande emozione è stata veder sbarcare i nostri quad a destinazione, operazione non scontata date le tante difficoltà organizzative. Sei Suzuki 750, due Grizzly e tre Can-Am pronti per la “Grande Avventura”, i primi quad della storia ad entrare in territorio nepalese.
Kathmandu, prima tappa Nepal in quad
Traffico, caos, mucche in mezzo alla strada, carretti, capre, clacson impazziti…. Kathmandu è uno spettacolo per gli occhi e presi dall’entusiasmo suoniamo anche noi i clacson. Tutto questo non è che il preambolo del nostro viaggio, dove la città ci travolge, il Nepal accentandoci inizia a farsi conoscere.
Usciti dalla caotica Kathmandu, attraverso una pista di montagna, saliamo rapidamente in quota da 800 metri a 2.000, in direzione Nagarkot, famosa per l’ineguagliabile vista sull’Everest. L’ultimo sfogo della stagione dei monsoni lascia le tracce dissestate e ancora cariche d’acqua; i quad slittano su…
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